Perché cerco Dio?
Perché cerco Dio? Perché mi garantisce la salute, la vita, il benessere. Quando ho tutto questo, poi, non cerco più dal Signore queste cose, cerco le emozioni religiose, la bravura, poi quando ho queste conferme, cerco le esperienze un po’ più “alte”. Cioè, Dio è colui dal quale spillo tutte le sensazioni, un po’ come la mucca che si munge, dalla quale vien fuori qualunque tipo di gusto che si vuole, perché lo immagino e lo invento.
Quante volte cerco il Signore non per cercare dal Signore qualcosa, ma cerco il Signore per il Signore? Sarebbe come se un figlio cercasse i genitori solo per avere dei soldi o per interesse; questo si chiama egoismo, non è relazione.
La religione non è cercare le sensazioni su Dio, prima le cose che mi deve dare, poi le sensazioni, poi un certo senso di benessere spirituale. Dio si rifiuta di dar queste cose, queste le dà piuttosto il diavolo. Dio vuol creare semplicemente relazioni di fiducia tra me e lui; e quindi di fiducia nei fratelli: questo è Dio. Non quello che ti dà sensazioni, vibrazioni.
Qui tutti i mistici son molto duri contro tutti quelli che cercano nel religioso il sensazionale, che cercano i doni di Dio, non Dio come dono. È tutta la lamentela di S. Giovanni della Croce, di S. Teresa: “Ma nessuno cerca Dio per Dio?!” Questo vuol dire non stabilire mai un rapporto d’amore con Dio: ed è l’amore che ci rende come lui e ci rende liberi e ci rende figli. Non l’interesse. Quindi devo stare attenta; anche nella mia ricerca di Dio c’è una purificazione continua e questa purificazione avviene in un modo molto semplice: Dio si sottrae, gioca a nascondino. Chiedi: come mai non lo trovo, è chiaro che non lo trovi, non è lì!
Dio non è colui che mi garantisce le cose fondamentali e poi, una volta ottenute, il “lusso” delle cose belle spirituali, ma mi garantisce di essere come lui che si fa pane, che sa donare in gratuità e in libertà, e questo è un altro discorso.
Anche la stessa liturgia e la stessa preghiera la posso fare per avere le mie piccole “esaltazioni mistiche” che fanno così bene alla salute: dicono che sono antidepressive… Tranquillizzano bene, non hanno controindicazioni, allora cerco queste cose. Ma la fede è qualcosa di più serio: è il rapporto tra due persone, che coinvolge tutto il mondo e la natura, dandoci una grossa responsabilità.
Tante nostre liturgie e tante nostre preghiere restano sterili, perché appunto si accontentano di questa ricerca. Tant’è vero che per tutti i santi, soprattutto per quelli che hanno avuto esperienza mistica, il punto focale non sta mai nelle esperienze mistiche che uno ha, ma nel tipo di vita conduce, nell’atteggiamento che ha con i poveri e con i fratelli. È questo il criterio! Perché è facile essere, invece che uomini spirituali, “animali spirituali”, che cercano il proprio piacere spirituale. (p. Silvano Fausti sj)